Il film di Diritti tocca un tema universale perchè ciascuno di noi nella sua vita si è sentito “straniero” in determinate situazioni. Chi di noi non ha mai accettato inizialmente mal volentieri uno sconosciuto perché non facente parte del gruppo? L’istinto al rifiuto dello sconosciuto potrebbe essere un istinto di gruppo, che ha più a che fare con l’istinto di sopravvivenza dell’uomo primordiale che dell’uomo moderno, ma intanto, la storia anche recente, ci insegna che questo istinto può sfociare in collettivi atti di razzismo. Ma il vero il tema che vuole raccontare è semplicemente la felicità o l’ insoddisfazione latente delle persone.
Il nuovo arrivato, con il suo entusiasmo e la convinzione che la strada che intrapreso lo porterà ad essere felice, si scontra inevitabilmente con l’invidia e le amarezze della vita di chi in paese non riesce più a scorgere la speranza perchè chiuso nel suo immutabile mondo.
Phillipe e la sua famiglia sono motivo di destabilizzazione perchè costringono con il contatto ad accogliere la diversità ed i nuovi valori. L’accoglienza è il principale motore della evoluzione della società, proprio perchè costringe ad accettare nuovi valori e conoscere nuove tecniche. Le comunità che non sono aperte alla accoglienza sono irrimediabilmente destinate a scomparire.
Il racconto finisce con il suicidio del matto di paese (che era stato accolto dalla famiglia del francese) lasciando intendere che questo tragico evento possa scuotere le coscienze del paese ed indurli al cambiamento.
Come dice un detto popolare "il vento fa il suo giro ed ogni cosa prima o poi ritorna"